le tazze take away in carta NON SONO ecologiche

Dietro le tazze in carta da asporto si nasconde un oscuro segreto che nessuno ti ha mai rivelato

Probabilmente ti sarai ritrovato a prendere un caffè, una coca cola o qualsiasi altra bevanda da portare sempre con te. La maggior parte delle volte ti viene consegnato in un bicchiere di carta perché ora tutti pensano che la carta sia ecologica ma i bicchieri da asporto di carta NON SONO ecologici.

Non ti sei mai chiesto, però, come faccia la tua tazza in carta a non bagnarsi o bucarsi? Te lo spieghiamo noi! Quel bicchiere che ti viene consegnato ogni mattina ha un rivestimento in plastica! è questa sua caratteristica rende tale oggetto impossibile da riciclare!

Le tazze per il take away, comunemente utilizzate per il caffè e altre bevande calde, sembrano essere una scelta sostenibile per chi desidera consumare in movimento. Tuttavia, dietro questa apparente praticità, si nascondono delle sfide significative legate alla sostenibilità e al riciclo.

In questo articolo, esploreremo le complessità di questo oggetto comune, analizzando i materiali coinvolti e le implicazioni per l’ambiente, fornendo dati e prospettive approfondite.

Analisi dei materiali

Le tazze da caffè per il take away sono generalmente composte da tre elementi principali: il corpo di carta, il coperchio di plastica e un sottile strato di altra plastica che garantisce la tenuta stagna. Sebbene possa sembrare che queste tazze siano facilmente riciclabili, il problema risiede nel fatto che la presenza di questo strato plasticoso le rende difficili, per non dire impossibili, da riciclare.

Il sottile film di celluloide presente nelle tazze per il take away è responsabile di un impatto significativo sull’ambiente. Questo strato aggiuntivo rende le tazze non biodegradabili e difficili da smaltire correttamente. Di conseguenza, molte di queste, finiscono nelle discariche, contribuendo al problema della gestione dei rifiuti e all’inquinamento ambientale.

Tale strato protettivo, infatti,  è comunemente realizzato con polilattide (PLA), una forma di bioplastica, che una volta attaccata all’involucro in carta diventa difficile da scomporre e rendendo impossibile il processo di riciclaggio. 

Importante è tenere a mente che in Europa non esiste un’azienda capace di riciclare imballaggi alimentari in carta contaminata. 

Cos’è il Polilattide?

La peculiarità delle bioplastiche, come il PLA, risiede nella loro origine da risorse rinnovabili, quali mais, manioca o canna da zucchero, a differenza delle tradizionali materie plastiche derivanti dai combustibili fossili. Tuttavia, una recente ricerca condotta da scienziati svedesi dell’University of Göteborgs, ha messo in evidenza un aspetto critico: sebbene il PLA sia spesso considerato biodegradabile, la sua decomposizione può rivelarsi tossica in determinate condizioni.

La ricerca ha sottolineato che, nonostante le bioplastiche offrano un’alternativa più sostenibile rispetto alle materie plastiche tradizionali, esistono ancora delle preoccupazioni riguardanti il loro impatto ambientale e la loro sicurezza. Il fatto che il PLA possa essere derivato da fonti rinnovabili è un punto positivo, ma è importante considerare anche il processo di decomposizione e gli eventuali effetti tossici che potrebbe causare.

Infatti, occorrono almeno 80 anni al PLA per decomporsi, il che significa che in mare e su terra contribuisce all’inquinamento ambientale dovuto alle plastiche e, soprattutto, alle microplastiche. 

Dati e statistiche

Secondo uno studio condotto dal parlamento britannico Ogni anno nel Regno Unito vengono usate e gettate 2,5 miliardi di tazze di caffè – abbastanza per fare il giro del mondo circa cinque volte e mezzo – ma meno di 1 su 400 – appena lo 0,25% – vengono riciclate. Ogni giorno vengono gettate nei rifiuti circa 500.000 tazze: un danno sgradevole e dannoso per il nostro ambiente. Poiché i rifiuti incoraggiano un ulteriore abbandono, si crea un circolo vizioso.”

Tali dati tengono in considerazione solo ed esclusivamente il Regno Unito e questo significa solo una cosa: ogni giorno decine di migliaia di tonnellate di PLA viene riversata nell’ambiente causando danni irreparabili e se non decidiamo di porre rimedio potremmo arrivare al punto di non ritorno in termini di:

  • cambiamento climatico;
  • biodiversità;
  • inquinamento ambientale. 

Sfide nel riciclo

Una delle principali sfide nel riciclo delle tazze per il take away è rappresentata dalla separazione dei materiali. Anche se il corpo di carta e il coperchio di plastica possono essere facilmente separati, il film di plastica che li riveste rende il processo di riciclo complesso e costoso. Di conseguenza, molte strutture di riciclaggio non sono attrezzate per gestire questo tipo di materiale, rendendo il riciclo delle tazze un’impresa difficile.

Sostenibilità e riciclaggio: l’urgenza di un impegno collettivo per un futuro più verde

Le tazze per il take away rappresentano un esempio emblematico delle complessità della sostenibilità e del riciclo nel nostro mondo moderno, come loro, infatti, esistono tantissimi altri oggetti che ci vengono venduti come eco-sostenibili e facili da riciclare quando in realtà non è per nulla così.

Affrontare efficacemente questo problema richiede un impegno congiunto da parte dei produttori, dei consumatori e delle autorità pubbliche che devono essere pronte a investire nel settore della sostenibilità e del riciclaggio perché se non lo si fa ADESSO domani potrebbe essere troppo tardi!

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